Piano di tutela delle acque, troppi "strafalcioni"

TERAMO – Il Wwf Abruzzo interviene sul Piano di Tutela delle Acque – massimo strumento di pianificazione nel settore adottato nell’agosto del 2010 dopo "anni di attesa e qualche vicissitudine" – e, analizzandone il contenuto, ironizza sugli "strafalcioni" presenti nel provvedimento della Giunta regionale, colpevole, a detta dell’associazione ambientalista, di aver inventato "un rendez-vous faunistico est-ovest, degno della guerra fredda". Con l’occasione di segnalare gli errori, il Wwf lancia un appello affinchè il Piano di Tutela delle acque sia modificato profondamente per cogliere gli obiettivi comunitari e perchè vi sia un’effettiva partecipazione da parte dei cittadini. Gli ambientalisti, infatti, hanno proposto numerose modifiche ad un documento ritenuto "del tutto insufficiente per la tutela della biodiversità". L’uso dei nomi scientifici, secondo l’associazione, "tira brutti scherzi", tanto che dal regno animale si passa a quello vegetale: "l’incolpevole Gambero di Fiume – spiega il Wwf in una nota – finisce nell’elenco delle piante del bacino Aterno-Pescara, così come avviene per il raro serpente Colubro di Riccioli, trasformato in un vegetale tipico del bacino del Tordino." A complicare le cose ha contribuito, secondo il Wwf, anche il correttore automatico: "l’uccello Averla piccola, Lanius collurio, vede il suo nome trasformato quasi sempre in un esilarante ‘Lanius collirio’ – prosegue la nota -. Ma per non essere da meno l’estensore si inventa anche un ‘Lanius collarius’ che lascia interdetti in quanto difficilmente può essere chiamato in causa il petulante software". L’elenco degli strafalcioni presenti nel provvedimento è lungo e il Wwf non evita di citarli uno ad uno. Errori, infatti, sono stati commessi anche per le specie più conosciute. "Che dire della Volpe? Il nome corretto Vulpes vulpes diviene un più sinistro ‘Vulpus vulpus’, così come la pianta Pyrola chlorantha diviene clamorosamente ‘Parola chlorantha’, forse a maledire la sequela di errori che riguardano, appunto, le parole…".